Stai cercando una guida completa all’acquisto di una fototrappola digitale? Allora sei nel posto giusto!
Di seguito invece trovi una lista completa di tutte le migliori fototrappole digitali sul mercato:
La fototrappola digitale è essenzialmente una videocamera da esterno, studiata per stazionare outdoor anche per lunghi periodi e per essere lasciata anche con le intemperie, anche estreme, senza riportare alcun danno.
La telecamera ha una struttura molto semplice: dispone di un obiettivo in posizione frontale e un sensore che permette di fotografare a diversi pixel in funzione dei modelli.
Dato che i sensori devono coprire un raggio di 360 gradi, spesso sono presenti in numero di 3.
La porzione più alta ospita i LED infrarossi, che sono un altro elemento essenziale della fototrappola, essi infatti consentono la visione notturna, in assenza parziale o totale di fonti luminose, per filmare e fotografare anche al buio.
La risoluzione è molto elevata e i colori sono più vivaci rispetto alle comuni videocamere di sorveglianza, infatti spesso chi ha solamente esigenze di controllo della proprietà ma desidera comunque prestazioni video superiori, si orienta verso una fototrappola.
La protezione nei confronti delle intemperie è studiata secondo le tecnologie più attuali, essendo i fenomeni atmosferici sempre più violenti, anche nei confronti delle escursioni termiche (in genere la resistenza è assicurata da diversi gradi sotto zero fino a oltre cinquanta).
L’autonomia della fototrappola è eccellente: essendo in grado di impostare lo stato di stand by quando non è in funzione, con delle semplici batterie in dotazione riesce a rimanere attiva per molti mesi, anche un anno.
Infatti, lavorando solamente quando rileva un movimento davanti ai sensori, se la zona monitorata non presenta un continuo passaggio di persone o animali (in questo caso è meglio optare per una videocamera di sorveglianza tradizionale), registra solamente ciò che interessa l’utilizzatore, spegnendosi per il restante tempo.
Mediante una semplice operazione di apertura della scocca, si può accedere al vano interno da cui impostare i comandi.
In dotazione viene fornita una cinghia, sapientemente studiata per consentire la perfetta adesione a un albero o un palo outdoor, fondamentale per il suo corretto utilizzo.
Se la fototrappola infatti dovesse staccarsi dal punto di inserzione, l’utilizzatore ne verrebbe immediatamente a conoscenza mediante la modificazione delle immagini catturate, ma sarebbe costretto a recarsi nuovamente nel luogo per riposizionarla, con evidente dispendio di tempo; fortunatamente ormai tutti i modelli dispongono di cinghie affidabili e sicure per il posizionamento.
Esistono anche fototrappole dotate di pratici tasselli per un pratico inserimento in parete se il suo posizionamento è indoor.
Quando il dispositivo è totalmente impermeabile (sempre indicato chiaramente sulla confezione), è possibile installarlo veramente in qualsiasi luogo si desideri, quando invece non è garantita l’idrorepellenza al 100%, bisognerà valutare con attenzione la location per evitare di danneggiarlo.
Alcuni consumatori decidono di acquistare la fototrappola per sorvegliare i propri animali domestici in loro assenza: in questo caso non vi è alcuna esigenza di resistenza alle intemperie, dato che il macchinario sarà collocato indoor, con conseguente risparmio economico (i modelli non impermeabili hanno costi più bassi rispetto a quelli impermeabili).
I LED infrarossi sono progettati appositamente per essere invisibili a essere umani e animali, dato che l’occhio dei mammiferi non è in grado di rilevare nell’ambiente radiazioni elettromagnetiche che ricadono nella lunghezza d’onda dei raggi infrarossi.
Viceversa, tali raggi permettono al dispositivo digitale di “vedere” ciò che accade intorno a lui, come se fosse illuminato, anche in condizioni di buio totale, con evidente vantaggio in termini di possibilità di filmare.
In questo modo, qualsiasi animale o essere umano potrà continuare ad agire indisturbato senza percepire alcuna presenza che possa distrarlo dalla sua attività, e l’utilizzatore avrà una documentazione assolutamente realistica delle abitudini e delle intenzioni del soggetto immortalato.
All’interno della confezione della fototrappola digitale deve sempre essere presente un cavo USB che consente di scaricare tutti i dati su computer o dispositivo digitale, con la possibilità successiva di studiarli ed eventualmente rimaneggiarli.
Per essere invisibili e confondersi con l’ambiente circostante, la maggior parte delle fototrappole digitali ha un design mimetico che riprende i toni del bosco e del sottobosco, oppure il classico verde stile militare.
Aprendo la scocca, si accede facilmente sia al vano comandi che al vano batteria: sullo sportello di quest’ultimo sono in genere riportate tutte le informazioni che riguardano la scheda SD, il tipo di batteria utilizzata, e altri utili dati che riguardano i comandi.
Le batterie sono in genere collocate posteriormente e sono in un numero che va da quattro a otto, è proprio l’utilizzatore che deve decidere quante utilizzarne in funzione delle sue personali esigenze di durata (pochi mesi o molti mesi in stand by).
I comandi sono di solito estremamente intuitivi da utilizzare, e superiormente ad essi si trova un display, i cui pollici possono variare a seconda dei modelli, più o meno costosi di conseguenza.
Un dettaglio da tenere sempre in considerazione al momento dell’acquisto di una fototrappola digitale è quello dell’assenza di corrispondenza tra la risoluzione del display e la risoluzione effettiva delle immagini catturate.
Sul display la risoluzione sarà sempre scarsa, ma la stessa immagine scaricata su un altro dispositivo, come computer, tablet o TV, avrà una risoluzione decisamente migliore.
Dal menù principale è opportuno impostare subito la lingua desiderata, per poi dedicarsi agli altri comandi: qualità e durata del video e delle foto, possibilità di registrare o meno l’audio, lasso di tempo di interesse (è consentito non immortalare sempre qualsiasi movimento, ma effettuarlo solo in determinati momenti della giornata o della nottata).
Si può decidere altresì di impostare il tempo di registrazione, ovvero inserire una data dalla quale iniziare l’attività e una data in cui cessarla, ad esempio se l’osservazione è rivolta a una particolare specie di selvatico, attiva solamente in determinati periodi dell’anno.
In ogni caso, tutte le volte in cui la fototrappola registra materiale digitale, riporta sempre (solitamente in basso) tutte le notifiche importanti per localizzarla nel tempo e nello spazio, come data, ora, fase lunare, temperatura esterna, eccetera.
Un consiglio spesso fornito dagli esperti è quello di formattare la memory card al momento del primo utilizzo, così sarà perfettamente compatibile con la telecamera per garantire un utilizzo al massimo delle potenzialità.
La formattazione è un’operazione facilmente praticabile dalla fototrappola stessa, vantaggio non indifferente in termini di dispositivi impiegati e di praticità, nonché di risparmio di tempo necessario per le installazioni preliminari.
Per quanto riguarda la registrazione, spostando il selettore su ON incomincia un countdown della durata di pochi secondi (in genere dieci o quindici) al termine del quale la fototrappola si trova ufficialmente allo stato attivo e può essere quindi lasciata a lavorare in autonomia.
La funzione infraRED, che si riferisce all’opzione di registrazione con l’ausilio dei raggi infrarossi, andrebbe attivata in assenza totale o parziale di fonti luminose, qualora la registrazione fosse guidata dall’utilizzatore (modalità fotocamera), altrimenti i sensori di luce l’attiveranno automaticamente durante lo ore notturne e la disattiveranno in quelle diurne.
Per fissare la fototrappola nello spazio lo strumento più diffusamente impiegato è la cinghia (o le cinghie), ma esiste anche la possibilità di servirsi di un treppiede, molto simile a quello delle comuni fotocamere, qualora l’esigenza sia di riprendere indoor.
Al contrario delle tradizionali telecamere che hanno bisogno della presenza di un operatore che le azioni, le fototrappole funzionano in maniera completamente indipendente e non necessitano neppure di alimentazione elettrica con cavi dato che vengono alimentate a batteria.
Si tratta infatti di fotocamere autogestite e autoalimentate, la cui autonomia estremamente prolungata dipende dalle caratteristiche funzionali delle batterie a celle di litio.
Sono inoltre resistenti alle condizioni climatiche avverse e riescono a effettuare riprese anche in assenza di luce poiché contengono dispositivi a LED che non emettono lampi luminosi come i flash, ma consentono comunque un funzionamento notturno.
Complessivamente le fototrappole si confermano come la naturale evoluzione delle fotocamere digitali, da cui hanno preso alcune prestazioni, successivamente completate e perfezionate.
Grazie a una memoria interna molto estesa, sono predisposte per archiviare una notevole quantità di informazioni sotto forma di foto o di video, che possono essere visualizzati in tempo reale sfruttando l’opzione telematica via SMS e mail.
In tal modo, dopo aver ricevuto un avviso tramite messaggio sullo smartphone, chi usufruisce di questi dispositivi accede alla app dedicata e, dopo aver aperto il programma, ha l’opportunità di visionare i dati trasmessi.
Indipendentemente dal tipo di modello preso in esame, qualsiasi fototrappola basa il suo funzionamento sull’impiego di sensori PIR a infrarossi che, oltre alle foto e ai video diurni, li realizzano anche di notte.
Dal punto di vista tecnico, la loro struttura è molto semplice, in quanto si presentano come piccole scatole a forma di parallelepipedo, avvolte da un rivestimento impermeabilizzante sigillato.
Internamente sono fornite di una lente e di due o più sensori di rilevazione del movimento di persone oppure di animali che transitano sotto al loro campo visivo.
La registrazione temporizzata che esse sono in grado di offrire consente di attivare il meccanismo d’azione unicamente nel momento in cui è necessario riprendere una scena o scattare foto.
In questo modo l’apparecchio si mantiene in stand-by per tutto il tempo in cui sulla scena non succede nulla, allo scopo di risparmiare l’energia di alimentazione.
Il sistema ottico, i sensori, i pulsanti di comando e le batterie d’alimentazione sono nascosti dentro alla scatola, per garantire la massima protezione e per evitare il rischio di black-out.
Questi contenitori sigillati possono venire aperti soltanto dagli operatori, quando la strumentazione deve essere programmata, oppure se è necessario sostituire la batteria.
Per il resto, le fototrappole funzionano in completa autonomia.
Il principio d’azione su cui è basato il loro funzionamento si collega alla produzione di immagini (fisse oppure in movimento) realizzate con megapixel, la cui densità e distribuzione costituiscono le principali discriminanti.
Di solito per foto di qualità sono necessari almeno 16 megapixel, mentre per i video servono più di 1000 pixel.
Come la maggior parte dei dispositivi che impiegano i raggi infrarossi, esiste un concreto rischio di sovra-esposizione quando i soggetti sono troppo vicini all’obiettivo.
Per risolvere simili problemi è indispensabile che, al momento delle impostazioni, siano adeguatamente regolate la distanza e l’off-setting, per garantire una buona gamma di immagini non sfocate e neppure sovraesposte.
Uno dei problemi più comuni delle fototrappole è proprio quello della resa qualitativa di foto e video che, non potendo essere controllate in tempo reale da un operatore, potrebbero continuare a procedere in maniera scorretta.
I risultati finali dipendono sostanzialmente dalla sensibilità dei PIR e dal tempo di esposizione, regolabile tramite il timer incorporato, che deve essere impostato al momento dell’avvio.
Questi strumenti sono estremamente sensibili alle variazioni di temperatura: basti pensare che la sola escursione termica tra giorno e notte può contribuire a deteriorare lo standard qualitativo dei risultati.
I modelli di ultima generazione sono dotati di un rivestimento termo-isolante che impedisce malfunzionamenti prodotti da simili condizioni.
Un requisito essenziale del funzionamento delle fototrappole è collegato al tempo d’innesco, che non dovrebbe superare 0,3/0,5 secondi, dato che è proprio da questo valore che dipende la velocità di recupero.
È chiaro che una bassa velocità di recupero può penalizzare moltissimo le immagini poiché la messa a fuoco non è istantanea e quindi le sagome riprese possono apparire indistinte e quindi inutilizzabili.
Anche se i sensori di movimento sono strutturati in maniera tale da fissare i singoli fotogrammi nello spazio di pochi millisecondi, se il tempo d’innesco è troppo alto, non riescono a svolgere compitamente le loro funzioni.
Un discorso a parte deve poi essere fatto per la visione notturna, poiché i sensori a LED richiedono un ulteriore lasso di tempo per attivarsi, andando a incidere quindi sulla velocità di recupero.
Per avere la garanzia di una buona resa finale è sempre opportuno orientarsi verso modelli con tecnologia di almeno 850 nm, che offrono prestazioni di ottimo livello anche in condizioni di buio completo.
Un ultimo, ma non meno importante, aspetto da considerare è quello della memoria: quanto maggiore è la capacità di immagazzinare i dati, tanto più lungo è l’intervallo di tempo in cui la fototrappola funziona in autonomia.
Di solito un buon apparecchio deve disporre di una capacità di memoria SD da almeno 32 gb, che assicura oltre 3 ore di riprese in massima risoluzione.
Mai come nel settore delle fototrappole digitali è necessario orientarsi verso prodotti di buona qualità, che pertanto non possono avere un costo troppo contenuto.
Strumenti del genere rimangono infatti continuamente all’aperto, sottoposti a variazioni termiche, a mutamenti climatici e ambientali.
Trattandosi di apparecchiature autonome vengono controllate di rado, anche perché di solito sono montate il luoghi impervi e isolati, quasi sempre attaccate a tronchi d’albero e quindi situate in posizioni alte e difficilmente raggiungibili.
Pertanto non bisognerebbe mai spendere meno di 120-150 euro; i modelli più completi e di migliore qualità possono arrivare a oltre 500-600 euro, ma un buon compromesso tra prestazioni, durevolezza e robustezza può costare sui 250 euro.
Nella scelta di una buona fototrappola digitale è fondamentale sincerarsi che sia presente l’opzione di trasmissione-dati via SMS, che permette di monitorare in tempo reale la gestione delle riprese video e delle immagini.
Un altro aspetto da valutare, e che può parzialmente incidere sul prezzo, è il sistema di ancoraggio, che deve essere sicuro e fornito di agganci di sicurezza con blocchi automatici a vite oppure a baionetta, da inserire sulle cinghie in dotazione.
Soltanto se l’apparecchio è fissato saldamente al suo supporto potrà svolgere al meglio le sue funzioni operative.
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