Stai cercando una fototrappola da esterno adatta alle tue esigenze? Allora sei nel posto giusto!
Di seguito invece trovi una lista completa di tutte le migliori fototrappole da esterno presenti sul mercato:
Sviluppato nella prima metà del novecento dallo scienziato e naturalista George Shiras, il fototrappolaggio consiste in un supporto video-fotografico impiegato principalmente per documentare le abitudini della fauna selvatica.
Da questo utilizzo iniziale, questa tecnica è stata poi applicata per altri scopi, come la sorveglianza attiva di luoghi a rischio di intrusioni, il birdwatching e studi faunistici oltre che la caccia di ogni tipologia, soprattutto di grandi animali (safari).
Si tratta di un supporto non invasivo che si effettua posizionando uno specifico apparecchio, chiamato appunto fototrappola, in un determinato ambiente del quale si vogliono studiare gli abitanti (animali oppure umani), senza che esso sia visibile.
Nel momento in cui un soggetto entra nel campo visivo dello strumento, immediatamente si attivano i sensori di movimento che mettono in funzione gli scatti oppure le riprese video.
Inizialmente venivano usate semplici macchine fotografiche collegate a sistemi di flash che comunque, emettendo lampi luminosi, potevano disturbare le abitudini degli animali che spaventandosi si allontanavano dall’obiettivo.
Proprio per evitare simili inconvenienti, oggi le moderne fototrappole funzionano con luci a LED e infrarossi che non emanano luce e che pertanto non alterano l’equilibrio comportamentale dei soggetti.
I sensori sono in grado di rivelare il movimento passivo sia di giorno che di notte, scattando immagini oppure filmando.
Come qualsiasi tecnologia disponibile per osservazioni naturalistiche, il fototrappolaggio dovrebbe essere utilizzato in maniera consapevole, evitando interventi che possono provocare stress e disturbi alle specie oggetto di esplorazione visiva.
Le fototrappole sono dei dispositivi completamente programmabili che, grazie al loro evoluto meccanismo d’azione, possono essere del tutto invisibili e soprattutto rimanere attive per settimane e mesi.
Infatti l’alimentazione con batterie agli ioni di litio offre una prolungata autonomia, dovuta anche al fatto che il loro stato normale è in stand-by, diventando attivo soltanto nel momento in cui i sensori di movimento vengono stimolati.
Alcuni modelli sono dotati di un’interfaccia GSM, progettata per inviare i dati mediante una qualsiasi rete di telefonia mobile e quindi consentendo la visualizzazione in tempo reale di immagini o di filmati.
Per sfruttare in maniera utile e consapevole il fototrappolaggio è sempre consigliabile seguire alcuni presupposti, che sono:
Se gestito in questo modo, il fototrappolaggio è senza dubbio un metodo estremamente utile per gli operatori, ma anche vantaggioso per la fauna.
Proprio per il loro impiego, le fototrappole vengono montate in luoghi esterni, che possono essere boschi, foreste, aree adibite al pascolo oppure zone collinari.
In qualsiasi condizione, esse devono essere in grado di sopportare gli attacchi di agenti climatici ed ambientali spesso sfavorevoli, soprattutto durante la stagione invernale.
Pertanto la loro struttura esterna, che corrisponde all’involucro protettivo che avvolge completamente la componentistica meccanica, deve essere sigillato, non avere nessun tipo di apertura ed essere realizzato con materiali idrorepellenti e resistenti alle variazioni termiche.
Esistono tre tipi di fototrappola per esterno, che sono:
Indipendentemente dal modello, questo apparecchio funziona sempre con il medesimo principio operativo di una fotocamera da esterno, con l’aggiunta degli indispensabili sensori di movimento.
Sono proprio questi piccoli strumenti digitali a consentire l’effettuazione delle immagini e dei video senza nessun intervento esterno, ma soltanto utilizzando un’evoluta tecnologia digitale.
Dopo aver individuato il luogo per montare la fototrappola (che dipende sostanzialmente dalle singole esigenze) è necessario definire il suo esatto punto d’ancoraggio, che di solito è un albero oppure un palo della luce.
L’attacco al supporto prescelto deve essere eseguito tramite apposite cinghie che, una volta attaccate al supporto, devono essere chiuse con meccanismo di sicurezza.
Quando la vegetazione è troppo fitta, di solito è necessario procedere a sfoltirla per lasciare libero l’obiettivo, ma tuttavia garantendo un’adeguata copertura mimetica dell’apparecchio.
Dopo averla posizionata, la fototrappola deve essere impostata e settata, seguendo le istruzioni riportate sul libretto allegato al prodotto.
Di solito la configurazione viene seguita da un test di controllo che permette di verificare se tutte le opzioni del dispositivo sono state attivate.
Come ultima operazione si inserisce la modalità “on“, che indica l’avvio dell’apparecchio e si sigilla il suo contenitore esterno.
Bisogna posizionare lo strumento lontano da eventuali punti d’attacco, per evitare manomissioni da parte di persone oppure di animali: pertanto è sempre necessario scegliere punti posti ad almeno due metri dal suolo.
Le fototrappole offrono l’opportunità di scattare foto oppure di registrare filmati con differenti rese, la cui qualità dipende dalla definizione: i modelli migliori sono dotati di una definizione in 4K o in FHD.
Per chi è alla ricerca di una strumentazione professionale ed è intenzionato a spendere un poco di più rispetto alla media, è consigliabile optare per modelli in altissima definizione, con formati MP4 per i video e FHD a 1200 pixel per le immagini.
Questi strumenti sono progettati per resistere alle intemperie, per cui la loro custodia è realizzata con materiali idrorepellenti, anti-umidità e anti-polvere: tuttavia è sempre meglio acquistare prodotti dotati di certificazione Europea, che garantisce l’omologazione.
Un simile requisito, che viene indicato con la sigla IP66, è riportato sulla scheda tecnica presente nella confezione.
Alcune funzioni aggiuntive di notevole impatto sul funzionamento e sulla resa finale sono le seguenti:
Un altro aspetto da valutare con attenzione prima di acquistare un simile apparecchio è la sua autonomia, che risulta fondamentale visto che la fototrappola deve rimanere per molto tempo montata sul suo supporto.
A tal proposito è opportuno prendere in esame sia la modalità in stand-by che quella in attività, due funzioni derivanti dalla durata della batteria.
Attualmente quasi tutti i modelli sono forniti di batterie agli ioni di litio, che offrono prestazioni superiori a quelle delle pile alcaline e che pertanto garantiscono una maggiore durata.
Tutte le fototrappole devono rimanere accese a lungo e non possono sfruttare nessun collegamento via cavo, dato che sono posizionate all’aperto.
Alcuni modelli che presuppongono un impiego quasi continuativo e che quindi consumano di più sono collegate a piccoli dispositivi a pannelli solari, che sfruttano l’energia radiante del sole e che praticamente non si esauriscono mai.
La scelta tra un tipo e l’altro dipende soprattutto delle singole esigenze e dal budget a disposizione, tenendo conto comunque che modelli troppo economici e privi del marchio Made in Italy possono riservare sgradite sorprese all’utilizzatore.
Strumentazioni del genere sono sottoposte a continui attacchi termici, climatici e ambientali e soprattutto non sono controllati frequentemente, dunque la loro qualità dovrebbe rispondere a buoni standard.
Le fototrappole sono costituite da due parti: il corpo macchina (interno) e l’involucro (esterno): il primo contiene tutta l’attrezzatura funzionale, come apparato ottico con lenti e obiettivo, i pulsanti di impostazione e i fondamentali sensori di movimento.
La scatola esterna, che deve essere realizzata con materiali resistenti, idrorepellenti, antiurt6o e antipolvere, è formata da un unico contenitore sigillato, che presenta soltanto due fori per l’obiettivo e per i sensori di movimento.
Questo dispositivo, che è ricoperto di motivi camouflage, che servono per mimetizzare la fototrappola nell’ambiente neutrale in cui viene inserita, è fornito di 2 o più cinghie per l’ancoraggio al supporto.
Alcuni modelli sono progettati anche per essere montati su treppiede e pertanto presentano inferiormente uno specifico attacco.
Lo sportellino anteriore è sempre dotato di una chiusura ermetica con anello e lucchetto, che elimina il rischio di manomissioni di qualsiasi genere.
Nei modelli che utilizzano batterie solari, il contenitore protettivo ha una piccola uscita inferiore per i cavi di collegamento, utilizzabili anche in caso di batterie esterne.
Il funzionamento di questi strumenti è piuttosto semplice, dato che il loro meccanismo d’azione viene attivato soltanto quando un soggetto in movimento entra nel campo visivo dell’obiettivo, attivando i sensori.
Immediatamente la fototrappola incomincia a scattare foto e/o a riprendere video, a seconda del tipo d’impostazione a cui si riferisce.
Di solito è necessario selezionare gli intervalli temporali d’esecuzione delle immagini, che dipendono dal genere di utilizzo dell’attrezzo.
In base a questa opzione, il dispositivo entra in funzione per un intervallo più o meno prolungato e relativo ai movimenti dei soggetti di riferimento.
La maggior parte dei modelli professionali (che sono quelli maggiormente consigliati) possiede una risoluzione compresa tra 12 e 32 megapixel, valori che da un lato assicurano un’ottima resa, ma d’altro lato condizionano la frequenza di scatto e di ripresa.
Pertanto se l’obiettivo principale è rappresentato dalla qualità dei risultati finali, il numero di immagini ottenute è leggermente inferiore a quello di apparecchi molto scattanti.
I video non sono condizionati dal numero di pixel, ma dalle linee verticali che contribuiscono a formare le riprese: un buon standard operativo si aggira su 1080 p, che corrisponde alla modalità in FullHD.
Tuttavia, il funzionamento delle fototrappole viene valutato buono già a partire da 720 p, anche se in questi modelli la possibilità di zoomare non è disponibile.
La velocità di scatto è un elemento di estrema rilevanza poiché maggiore è la velocità, più nitida risulta l’immagine, tenendo conto che i soggetti sono in movimento.
Per assicurare un risultato soddisfacente, è necessario che il meccanismo si attivi con intervallo di tempo compreso tra 0,2 e 0,5 secondi, un requisito che consente di catturare scatti di soggetti in movimento anche sottoposti a raffica di click.
Nel funzionamento dell’apparecchio, un ruolo essenziale è quello della memoria, poiché trattandosi di strumenti che rimangono fissi sul loro supporto per molto tempo, diventa indispensabile la possibilità di archiviare il maggior numero possibile di dati.
La visione notturna, che sfrutta i sensori a led infrarossi, occupa uno spazio di memoria leggermente superiore a quello diurno poiché di norma vengono utilizzate led a bassa emissione che pur catturando immagini abbastanza nitide, non occupano molto spazio di archiviazione.
A tale scopo è consigliabile impostare la modalità ISO regolandola su valori medio/bassi, su un raggio massimo d’azione compreso tra 15 e 20 metri.
Più che il singolo costo delle fototrappole, è consigliabile analizzare il loro rapporto qualità/prezzo, orientandosi verso modelli di fascia medio/alta poiché l’impiego di questi strumenti presuppone una lunga permanenza all’esterno e una quasi assente manutenzione.
Per un prodotto rispondente a buoni standard operativi si parte da 60-80 euro, mentre chi é alla ricerca di un prodotto professionale deve essere disposto a spendere da 100 euro in su.
Fototrappole corrispondenti a top di serie arrivano a superare i 250-300 euro in quanto sono dispositivi di ultima generazione forniti di tutti gli optional e certificati come strumentazione di alto livello.
È sempre consigliabile consultare i siti web che si occupano della commercializzazione delle fototrappole che oltre ad offrire un’ampia scelta, consentono di risparmiare oltre il 30% sul prezzo di listino.
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